Fondazione Marisa Bellisario

LA FORZA DELL’ECCELLENZA, LA GRAZIA DELLA RICONOSCENZA, LA FERMEZZA DEL CORAGGIO

Edizione trentasei e credo di non far torto alla storia di un Premio che ho pensato e voluto fortissimamente se confesso: la più spettacolare di sempre! Per lo scenario unico certamente, il Tempio di Venere nel Parco Archeologico del Colosseo, un museo a cielo aperto che ci ha illuminate del suo fascino senza tempo. Per una partecipazione straordinaria, oltre settecento amiche e amici, uomini e donne delle istituzioni, personalità, i membri della commissione esaminatrice e poi madri, mariti, figli, “anime belle”, come le definisce Elena Goitini, che hanno accompagnato le premiate nel loro viaggio di vita e professione. Per il sempre più affabile e coinvolgente incontro al Quirinale con il Presidente Mattarella. E senza dubbio grazie a loro, le protagoniste di un’avventura che non smette mai di stupirmi ed emozionarmi.

Per me, per la commissione e il suo Presidente, Gianni Letta, le Mele d’Oro sono per quasi un anno curricula splendidi, storie di competenza, passione e determinazione, di primati voluti, cercati, guadagnati sul campo. Poi, in quella giornata “decisamente fuori dall’ordinario” come scrive Suor Raffaella Petrini, all’improvviso diventano volti, sorrisi, sguardi grati e complici, donne meravigliosamente semplici nella loro eccezionale straordinarietà. Un miracolo che ogni anno si compie davanti ai miei occhi che, fortunatamente, conservano la capacità di sorprendersi e commuoversi come fosse la prima volta.

Abbiamo dedicato questo numero speciale non alle loro storie di eccellenza, ai loro strepitosi percorsi di carriera, quelli potrete leggerli anche in rete, tanto i loro primati hanno segnato un passo decisivo nel percorso delle pari opportunità italiane. Ci interessava invece restituire qui anche solo una piccola parte di quell’atmosfera di energia, ispirazione, solidarietà, fiducia, entusiasmo che abbiamo respirato noi che abbiamo avuto la fortuna di vivere quella giornata insieme a loro. Per questo abbiamo chiesto di raccontarcela dalla loro prospettiva, quella di protagoniste più o meno inconsapevoli, di donne che quotidianamente rifuggono ogni palcoscenico se non quello del loro impegno appassionato. Ne viene fuori un affresco intimo e straordinario perché l’eccellenza non è mai estemporanea ma frutto di un lungo viaggio al limite delle proprie capacità, coltivando talenti e sogni di bambine.

Per me, leggerle è stata una gratificazione infinita, per voi mi auguro sia quella «iniezione di fiducia e di ambizione» che Veronica Grosso, una delle tre giovani e belle neolaureate scrive «mi accompagnerà per tutte la vita, anche nei momenti difficili, che tutti abbiamo». «Una comunità di speranza e coraggio per tutte le donne» ci definisce Alfonsina Russo, la custode di quello scenario di immensa storia e bellezza che ci ha ospitato.

«La bellezza certo non fa le rivoluzioni ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza» diceva Camus e il 14 giugno si è compiuta un’altra piccola grande rivoluzione. Quella del talento, della comunione di intenti e promesse di un manipolo di donne speciali. I loro pensieri sono uno scrigno di saggezza e leggerezza insieme, di emozioni personali e universali, di pensieri forti e storie intime e ispiratrici. «Con la speranza – scrive Francesca Nanni – di aver contribuito a segnare una traccia utile a chi in futuro vorrà riprendere il cammino»

Non aggiungo altro, faccio parlare loro, le Mele d’Oro 2024, la forza dell’eccellenza, la grazia della riconoscenza, la fermezza del coraggio. Il loro. Buona lettura e Avanti Donne.

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