CERTIFICAZIONE, UN PRIMO PASSO

di Annamaria Terremoto*

 A quasi due anni dall’entrata in vigore della Certificazione di parità di genere nelle imprese, l’interrogativo è d’obbligo: cosa è cambiato per le aziende che hanno già ottenuto la certificazione? Basta un bollino per realizzare quel processo di miglioramento produttivo?

Intanto, è stato centrato un primo obiettivo, quello di avviare un percorso impegnativo verso la parità cercando di colmare il divario di genere. D’altra parte la lotta alla disparità salariale è tra i primi obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. «Certamente la strada è ancora lunga» sostiene Lella Golfo, Presidente della Fondazione Bellisario. È lei che ha fortemente voluto la certificazione prevista dal PNRR, una vera opportunità per le imprese. «La certificazione – ricorda la Presidente – è una mia idea; l’ho proposta all’ex ministra Elena Bonetti quando mi chiamò a far parte della task-force Donne per un nuovo Rinascimento del Ministero per le pari opportunità. La certificazione ora è realtà, una rivoluzione che non è ancora compiuta, ma siamo sulla strada giusta».

E allora, in che modo cresce il numero delle aziende certificate? Quelle che hanno più successo sono le imprese che puntano sull’ inclusività e le rendono più competitive. Sono oltre 1600 le certificazioni rilasciate in Italia come si evince dagli ultimi dati con un bilancio abbastanza positivo. Ma c’è un divario tra Nord e Sud che preoccupa non poco considerate le notevoli differenze territoriali. Indicatori economici rilevano infatti che nel Mezzogiorno sono presenti piccole e medie imprese che con le loro criticità hanno difficoltà a raggiungere un equilibrio di genere. A ciò si aggiunge la disparità occupazionale che al Sud, dove lavora una donna su tre, registra un tasso di occupazione femminile, tra 15 e 64 anni, pari al 37,2%.

Ma nel percorso della certificazione di parità, a incentivare il lavoro delle donne, sono in arrivo nuove misure formative per l’accesso al fondo per le attività di formazione finalizzate all’ottenimento della certificazione. Ecco il Decreto del Ministro del lavoro e del Ministro per le pari opportunità che prevede un finanziamento di 3 milioni di euro alle Regioni. E saranno proprio le regioni a programmare le attività di formazione in favore delle imprese e dei lavoratori.

La sfida per il futuro è appena iniziata.

*Giornalista

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